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L’invito a stare a casa richiama la nostra attenzione sul Coronavirus ma in situazioni come queste è importante non sottovalutare nemmeno l’assunzione di vitamina D.

Una delle ragioni? I tre quarti dei bambini italiani e oltre l’80% degli adolescenti sulla base dei dati nazionali hanno dei livelli di vitamina D nel sangue non ottimali.

Fondamentale per l’apparato osteo-muscolo-scheletrico, la vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio dall’intestino e ne promuove il deposito nelle ossa e nei denti, partecipando anche alla produzione delle proteine muscolari e alle difese immunitarie. Il suo assorbimento deriva però solo per il 10% da fonti alimentari, mentre per il restante 90% viene prodotta a livello della pelle. Come? Stando al sole.

La produzione cutanea è maggiore soprattutto nella stagione estiva perché la vitamina D è liposolubile, si accumula nel fegato e viene utilizzata per gradi. Questo spiega come mai i bambini la producono in estate e arrivano a primavera con le scorte esaurite. Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono anche quelli meno graditi ai bambini, per esempio i funghi e i pesci grassi da cui si ricava l’olio di fegato di merluzzo.

Ecco perché è fondamentale che il fabbisogno di vitamina D differenziato per fascia d’età venga soddisfatto sin dal primo anno di vita attraverso vari preparati e successivamente fino all’età adolescenziale, sulla base dei consigli che ogni pediatra potrà dare ai suoi assistiti.

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Stare a casa va bene, ma attenzione alla Vitamina D