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Nel 2022 è entrata in vigore una nuova misura a sostegno dei nuclei familiari in cui sono presenti dei figli a carico: l’assegno unico universale per i figli a carico.

Tale misura andrà a sostituire a partire dal 1 marzo tutte le prestazioni previste fino ad ora a sostegno della maternità, sia quelle erogate in modo diretto dallo Stato o dai Comuni, sia quelle percepite attraverso la busta paga. Da marzo 2022 quindi non esisteranno più le detrazioni fiscali per figli a carico, gli assegni al nucleo familiare, l’assegno di natalità (bonus bebè), il premio alla nascita, l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori concesso dai Comuni, il fondo di sostegno alla natalità inteso a favorire l'accesso al credito delle famiglie con uno o più figli.

Tutte le prestazioni elencate verranno sostituite dalla nuova misura; per ottenere l’assegno unico universale è necessario fare richiesta esclusivamente in modalità telematica all'INPS oppure presso gli istituti di patronato. Le richieste presentate entro il 30 giugno danno diritto alla corresponsione retroattiva dell’assegno a partire dal mese di marzo. Per le richieste inoltrate successivamente il beneficio spetta a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Assegno unico figli a carico: requisiti

Ai fini della corresponsione dell’assegno unico universale “si considerano figli a carico quelli facenti parte del nucleo familiare indicato ai fini ISEE, in corso di validità”, e “in assenza di ISEE il nucleo di riferimento è accertato sulla base dei dati autodichiarati in domanda … dal richiedente l’assegno unico”.

Il richiedente deve possedere una serie di ulteriori requisiti:

a) essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato extra UE in possesso di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o essere titolare di un “permesso di soggiorno unico di lavoro”, autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi

b) essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;

c) essere residente e domiciliato in Italia;

d) essere o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

ISEE e assegno unico figli

L’assegno unico universale viene riconosciuto ai nuclei familiari con criteri di progressività sulla base della condizione economica attestata dall’ISEE in corso di validità al momento della domanda. Il beneficio viene attribuito su base mensile per il periodo ricompreso tra marzo di ciascun anno (prima decorrenza utile 1° marzo 2022) e febbraio dell’anno successivo.

L’importo mensile minimo spettante per ciascun figlio minorenne è pari a 50 euro, in corrispondenza di un ISEE pari o superiore a 40.000 euro; per livelli di ISEE inferiori l’importo aumenta, fino ad arrivare ad un massimo di 175 euro mensili.

L’assegno spetta, con importi compresi fra i 15 e gli 85 euro mensili, per i figli maggiorenni a carico, di età compresa fra i 18 e i 21 anni. Oltre i 21 anni il beneficio è corrisposto unicamente per i figli riconosciuti disabili ai fini ISEE.

Sono previste, inoltre, delle maggiorazioni all’importo base per i nuclei nei quali siano presenti figli con disabilità, per i nuclei numerosi, per quelli in cui entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro, per le madri di età inferiore a 21 anni.

Una maggiorazione specifica è stata poi prevista per i nuclei familiari con ISEE fino a 25 mila euro.

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Assegno unico per figli a carico: richiesta all’INPS e cosa cambia